Vi è mai capitato di avere a che fare con un condomino con una passione sfrenata per la pulizia degli spazi comuni? ‘Magari’, direbbe qualcuno. Ma cosa succederebbe se il condomino in questione non facesse altro che lavare le scale condominiali, sottoponendo di continuo gli altri inquilini a “rischi scivoloni” e a intensi odori di detersivi? L’assemblea potrebbe mettere un freno alla sua sete di pulizia?
La risposta è no. Nel momento in cui i condòmini provvedono alla pulizia degli spazi comuni di propria iniziativa, infatti, l’assemblea non può far leva su motivazioni inerenti alla sicurezza sui luoghi di lavoro, o sulla mancanza di specifiche autorizzazioni, in quanto il condomino non è inquadrato, nella sua libera iniziativa, come un dipendente o un collaboratore del condominio. Allo stesso modo non si potrà motivare il divieto facendo riferimento al decoro dell’edificio, visto che la pulizia delle scale non compromette in alcun modo l’estetica dello stesso ma, al contrario, la migliora.
Se è vero che l’assemblea non può impedire ai condòmini di mettersi all’opera con scopa e spazzolone, tuttavia, nulla le vieta di porre delle condizioni per evitare pericoli o fastidi agli altri abitanti del Condominio, sia che si tratti di pavimenti scivolosi, che di odori troppo forti.
Il condomino iperattivo, dal canto suo, non potrà pretendere alcun compenso economico. Se così fosse, si parlerebbe di prestazione di servizio, e allora sì che l’assemblea avrebbe voce in capitolo.