Pulizie in condominio: cosa sapere

Il condominio, agli occhi della legge, risulta a tutti gli effetti un consumatore. Anche quando si tratta di pulizie nelle zone comuni, occorrerà quindi applicare la normativa di maggior tutela prevista dal Codice di consumo. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.

Pulizie in condominio: il contenuto del contratto

Redigere un contratto per il servizio di pulizia non significa soltanto stabilire la misura del compenso.

È infatti fondamentale descrivere le caratteristiche della prestazione che si richiede all’impresa, in modo che risulti più semplice comprendere quali lavorazioni siano comprese nel prezzo. Il prezzo, a sua volta, può essere determinato in misura fissa oppure dipendere dalla quantità e qualità delle attività richieste.

Un altro aspetto importante è quello relativo alla durata del contratto e alle condizioni del suo rinnovo. Si potrà ad esempio stabilire un rapporto contrattuale con una durata fissa, annuale o pluriannuale, che non si rinnovi tacitamente per un uguale periodo di tempo.

Nel caso in cui invece si pattuisca un rinnovo automatico, occorrerà stabilire la procedura per consentire a ciascuna parte di mettere fine al rapporto, qualora ce ne sia la necessità. Si potrà stabilire, ad esempio, la necessità di una comunicazione scritta entro un determinato periodo antecedente al rinnovo.

Pulizia delle scale in nero: cosa si rischia

Va subito premesso che, a partire dal 2017, al condominio è vietato effettuare qualsiasi tipo di pagamento in contanti.

L’obbligo di pagamento tramite conto corrente bancario o postale intestato al condominio è di tipo assoluto, anche per importi inferiori ai duemila euro (limite per i pagamenti in contanti dalla normativa antiriciclaggio).

Il pagamento per i servizi di pulizia in condominio dovrà quindi avvenire attraverso i seguenti canali:

  • bonifico bancario o postale;
  • assegno bancario o postale;
  • assegno circolare o vaglia postale;
  • carte di credito, carte di debito o carte prepagate.

Ma quali sono i rischi per i condòmini in caso di lavoro in nero? Chi sarà sanzionato?

La violazione dell’obbligo di pagare con strumenti tracciabili è punita con una sanzione amministrativa pari a 3.000 euro. Ma non solo.

In caso di lavoro nero, il D. lgs. n. 151/2015 prevede sanzioni per il datore di lavoro (condominio e amministratore) fino a 36.000 euro.

Il datore di lavoro che non stipula un regolare contratto per il suo dipendente, nello specifico, rischia multe che partono da una fascia di 1.500 – 9.000 euro (se i giorni di impiego effettivo sono meno di 30) e arrivano a un massimo di 36.000 euro, se l’impiego effettivo supera i 60 giorni.

Queste sanzioni sono riferite a ogni singolo lavoratore: se i lavoratori in nero ad occuparsi delle pulizie in condominio dovessero essere due, quindi, l’importo andrà raddoppiato.

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