RESPONSABILITÀ PENALE PER CHI DETIENE ANIMALI IN CATTIVE CONDIZIONI

Lo sa bene (adesso) la proprietaria dei ventiquattro cani raccolti all’interno dei box ubicati nelle pertinenze della propria abitazione, costretti a vivere legati a catene e in pessime condizioni igienico-sanitarie.

“Chi detiene animali nella propria abitazione in condizioni incompatibili con la loro natura, è responsabile penalmente”: questo è il principio espresso dalla Corte di Cassazione Penale con la sentenza 50635 del 7 novembre 2017 in materia di abbandono di animali.

La norma in esame (art. 544 ter c.p.) prevede infatti che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie, o a comportamenti, o a fatiche, o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.”

La stessa pena si applica anche a chiunque somministri ad animali sostanze stupefacenti o vietate, o li sottoponga a trattamenti nocivi per la salute degli stessi.

L’art. 727 c.p. fa invece riferimento all’abbandono di animali, e prevede una pena fino a un anno di reclusione. E a questo proposito sarebbe utile ricordare che non sono previste eccezioni. Neanche, né tantomeno, per vacanzieri senza scrupoli.

Fonte: www.condominioweb.com