Legge riscaldamento in condominio: è compito dell’amministratore farla rispettare? Scopriamolo insieme.
Riscaldamento condominiale e crisi energetica
Come tutti sappiamo, la crisi energetica ha costretto il Governo a promuovere comportamenti sostenibili, a partire dall’abbassamento di un grado al termostato. Un uso più intelligente dell’energia che consente all’Italia un potenziale risparmio di 2,7 miliardi di metri cubi di gas.
Tali limitazioni – da rispettare anche nei condomini – fanno sì che utilizzare il riscaldamento in maniera esagerata non sia più solo costoso, ma soprattutto illegale.
Limitazioni del Governo: chi controlla la temperatura?
I primi responsabili nel rispettare la legge sul riscaldamento in condominio, come sempre, dovrebbero essere i singoli proprietari, regolando la temperatura in maniera conforme a quanto stabilito.
Ma chi ha il compito di controllare che la temperatura e gli orari del riscaldamento condominiale siano effettivamente osservati? Gli amministratori?
Per loro fortuna, la risposta è no.
La verifica spetta infatti direttamente ai Comuni, i quali possono avvalersi di ispettori con competenze tecniche certificate.
Gli amministratori si limiteranno a fornire delucidazioni sul funzionamento dell’impianto comune e favorire il rilevamento dei dati giornalieri di consumo, laddove siano richiesti.
Legge riscaldamento condominio: quali conseguenze per il mancato rispetto della normativa?
In caso di inadempimento della Legge, non sono previste sanzioni, ma soltanto un invito ad adeguarsi a quanto previsto dalla legge.
Sarà sufficiente? Forse sì, se tutti prenderemo finalmente consapevolezza che non si tratta di un sacrificio superfluo, ma di un passaggio fondamentale per il nostro futuro.
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